La fase di identificazione dei rischi consiste prima nell’individuazione e poi nella descrizione degli eventi più significativi che potrebbero presentarsi in corso d’opera e generare minacce o opportunità per un progetto. Vi sono due diversi tipi di approccio alla identificazione dei potenziali rischi per un progetto:
a) Approccio cause à effetti: consiste nell’individuare ed elencare le possibili cause che possono scatenare i singoli eventi e poi per ogni evento valutare le possibili conseguenze.
b) Approccio effetti à cause: consiste nel valutare i possibili effetti e poi di conseguenza individuare le più efficaci modalità di azione affinché le rispettive conseguenze possano essere evitate (se negative) o promosse (se positive).
L’approccio cause à effetti si dimostra più efficace quando si cerca di individuare le potenziali minacce mentre l’approccio effetti à cause si dimostra più efficace quando si vogliono favorire le opportunità che possono generare vantaggi.
Come già premesso la fase di identificazione dei rischi si divide in due fasi successive:
a) individuazione dei rischi;
b) descrizione dei rischi.
L’individuazione dei rischi parte dalla rilevazione, definizione ed elencazione delle potenziali fonti di rischio. Per ogni potenziale fonte di rischio definita occorre poi identificare le potenziali cause che potrebbero generare l’evento ed i potenziali effetti. La ricerca delle fonti e delle cause dei rischi può essere facilitata ricorrendo a:
Nella scheda seguente è riportato un esempio di fonti di rischio che maggiormente sono presenti durante la realizzazione di un progetto generico raggruppate per aree di indagine.
Tabella 31: aree di indagine e fonti di rischio
Partendo da queste fonti di rischio occorre prima identificare, per ognuna di loro, le cause che potrebbero generare gli eventi negativi e poi gli effetti che ne conseguirebbero.
Per l’individuazione e descrizione dei rischi ci sono delle tecniche specifiche suddivisibili in due tipologie:
L’applicazione di queste tecniche, sia di supporto sia di analisi, richiede una preparazione specifica da parte del PM o il supporto di un esperto specializzato nell’applicazione di questi metodi. Le attività di identificazione ed analisi dei rischi iniziano generalmente con una riunione o workshop che viene convocata subito dopo la conclusione della prima bozza del piano di progetto ed a cui partecipano tutti coloro che sono stati coinvolti nella pianificazione ed eventualmente altri esperti esterni. Applicando una o più tecniche tra quelle precedentemente elencate vengono identificati, codificati, valutati e classificati tutti i rischi a cui può essere esposto il progetto. Durante un progetto però possono sempre sorgere nuovi rischi e pertanto l’attività di identificazione ed analisi dei rischi non termina nella fase di pianificazione ma deve essere continuamente aggiornata. Solitamente la revisione dei rischi avviene durante le fasi di ripianificazione o altri eventi particolari. L’elenco dei possibili rischi per un progetto solitamente è molto lungo, arriva oltre il centinaio di elementi. Nell’unità didattica “Parte VII 21 La sicurezza sul lavoro” si parla di valutazione dei rischi anche se riferiti al settore della sicurezza sui luoghi di lavoro, il Documento sulla valutazione dei Rischi (DVR) che ogni istituto scolastico deve obbligatoriamente avere, analizzato in quel capitolo, è un esempio pratico in cui applicati i principi e le modalità digestione dei rischi trattati in questa UDA.